Castelnuovo Rangone si trova nell’alta pianura modenese, a tredici chilometri a sud-est di Modena, al limite tra la pianura e i primi rilievi preappenninici settentrionali. Importanti ritrovamenti archeologici avvenuti nel territorio delle frazioni di Castelnuovo ci permettono di far risalire all’età del Bronzo – e in particolare alla cosiddetta “civiltà delle Terramare” (1650 – 1200 a.C.), la più antica civiltà padana – le prime testimonianze sicure di insediamenti abitativi in questa zona.
Risalgono poi all’epoca romana (II sec. a.C.) diverse tombe, resti di fabbricati, frammenti di pavimentazione, monete e altri reperti rinvenuti nelle campagne circostanti che lasciano ipotizzare la presenza in questi luoghi di una vera e propria comunità raccolta in un “vicus”. Del resto è informazione ormai assodata che in epoca romana era abitato il territorio di tutta la valle del Tiepido, in gran parte occupato da estesi querceti che fornivano le ghiande per l’allevamento dei maiali.
La prima citazione del nome del paese appare in un atto di donazione del vescovo di Modena Ingone all’abate del monastero di San Pietro Ardorico (1025 d.C.), riguardante terreni e case “in Castro Novo super ripam fluminis Tepidi de mane” (in Castelnuovo, sulla riva destra del fiume Tiepido).
Quando nel 1391 il marchese di Ferrara Niccolò III investì il legato imperiale conte Jacopino Rangoni del feudo di Castelnuovo, il borgo fortificato – raccolto attorno al castello turrito, protetto da una cerchia di mura e da un fossato e presidiato da una guarnigione permanente di armati al soldo dei Rangoni – assunse la denominazione che ancora oggi lo caratterizza.
Castelnuovo seguì le vicende della famiglia Rangoni fino all’occupazione francese del 1796, che portando in Italia le innovazioni politiche, civili e giuridiche già introdotte Oltralpe segnò la fine del feudalesimo e del governo della nobile famiglia. In quell’epoca Castelnuovo divenne sede di una municipalità ed assunse il nome di “Castelnovo in Piano” che mantenne fino al 1860, quando il paese riebbe l’antica denominazione di Castelnuovo Rangone e riacquisì l’autonomia amministrativa perduta con la restaurazione del 1815.
A partire dagli anni postunitari e fino agli anni Trenta del secolo scorso a Castelnuovo furono attuate diverse opere pubbliche importanti che mutarono l’aspetto del paese, in parte distrutte nel corso del secondo conflitto mondiale. L’amministrazione comunale si adoperò nel dopoguerra per la ricostruzione, per la sistemazione e l’asfaltatura delle strade e per lo sviluppo edilizio del paese che in questi anni vide sorgere nuovi insediamenti residenziali, industriali e commerciali.
La principale attività economica di Castelnuovo risale alla fine dell’800: l’industria della lavorazione delle carni di maiale. Con oltre 1.200 addetti occupati in più di cinquanta aziende, il distretto alimentare che ruota intorno a Castelnuovo è uno dei più importanti a livello europeo, con la presenza di veri e propri colossi dell’industria della lavorazione della carne, tante aziende note e marchi di qualità. Proprio al maiale sono dedicati una statua di bronzo, nella piazza centrale del paese (omaggio dell’Ente Esportatore Carni Olandese all’animale simbolo dell’economia del paese), e il Superzampone, la grande festa popolare organizzata ogni anno in dicembre in cui uno zampone gigante (registrato nel Guinness dei Primati) viene cotto e offerto gratuitamente a migliaia di persone.